mercoledì 29 dicembre 2010

FEVER

Beh, vado un po' in controtendenza rispetto all'elettronica. Pubblico con gusto una versione datatissima di Fever. Canta Peggy Lee. Lei era una dea del jazz, una voce da rivalutare ed una presenza scenica da fare invidia. Fredda, distaccata, ma con grandissimi attributi. Riusciva ad essere ironica e assolutamente intensa, leggera "ma anche" (per dirla alla Veltroni) corposa e sensuale. Penso sia stata una delle più belle pagine del jazz. 

In questo video (piuttosto raro, tra l'altro) è alle prese con un pezzo straconosciuto ed ostico: Fever. Piccole osservazioni tecniche: da notare il ritmo del batterista che è suonato con le mani e non con le bacchette. All'epoca (1954) ciò era assolutamente impensabile e trasgressivo. Così come l'uso del riverbero a molle sulle dita e sui tom. Altra particolarità è l'arrangiamento del contrabbasso. Ad ogni ciclo sale di un semitono rendendo il pezzo incredibilmente dinamico e continuamente "in rilancio". Per orecchie meno attente significa che potrebbe durare all'infinito senza stancare. 

Questo tipo di idea è stata poi ripresa da Miles Davis in "So what?" molti anni dopo. Insomma, dietro al suo faccino da brava ragazza in realtà si celava una creatura nata per lo spettacolo. Per i neofiti del jazz è un buon punto d'inizio, per gli amanti un'ottimo punto di riferimento.

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