domenica 23 ottobre 2011

Wallflower




"Wallflower" è sempre stata una delle mie canzoni preferite di Peter Gabriel. Sia perl'intensità del testo che per la splendida costruzione della frase armonica. All'interno di PG IV sembrava non c'entrare nulla. Il resto del disco era basato sulle percussioni esull'uso di un'elettronica primordiale ma incisiva. Poi come ultimo pezzo arrivava "Wallflower".. Lirico, acustico. Sembrava rimandare ad un Gabriel futuro che abbiamo, in effetti, risentito in Up.
Oggi ho ascoltato per la prima volta "New Blood" e devo dire che sono rimasto stranito. Al primo ascolto sembra quasi non avesse senso rifare le canzoni arrangiandole con orchestra. Pezzi come "Intruder" - "The rithm of the heat" ecc ecc, pare non riescano a stare in piedi. Insomma, il solito esperimento di chi non ha idee e si rifugia nelle proprie cover riarrangiandole... lo abbiamo visto fare milioni di volte.
Poi è arrivata "Wallfllower".


In questo video solo piano e voce... Ne esiste un'altro anche con orchestra ma sisente male e non si coglie l'emozione.
Dicevo che poi è arrivata "Wallflower" e, così come PG IV, è cambiato l'ascolto. Ho riascoltato il disco 5 o 6 volte. Di seguito. E ho la presunzione di aver capito cosa intende il nostro per "New Blood". Non sono autocover. Non sono rifacimenti. E' il tentativo di estrapolare l'anima della propria musica arrivando all'essenza. Come? La scelta orchestrale è, a mio avviso, un po' ruffiana. Sappiamo tutti come il suono di violini, viole, contrabbassi, corni ecc possano creare emozione e pathos. Quindi, secondo me, Pg ha reinterpretato vocalmente e, probabilmente, riscoperto la propria musica. Quello che aveva creato. Si spiega così anche il motivo della scelta dei brani: "San Jacinto", "Downside up", "Intruder", "Digging in the dirt", "Don't give up" (minimalissima).
A voi i commenti, se volete. Di sicuro in questi giorni lo riascolterò fino ad arrivare ad una sintesi migliore. Per ora lascio aperta la discussione.

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