Avevo qualche diffidenza per il sottotitolo "Un incubo steampunk" di "Cardanica" di Dario Tonani, primo racconto della saga di MondoNove, perchè mal avevo digerito il primo romanzo steampunk che avevo letto ("La macchina della realtà" di William Gibson e Bruce Sterling).
Aggiungo che ho da poco letto la trilogia steampunk di Paul Di Filippo, che ha avuto il pregio di ammorbidire un po' il mio punto di vista sul genere.
Bene. La saga di MondoNove non è steampunk, nel senso che non è ambientata nell'universo vittoriano dove la tecnologia retrofuturibile è basata sul vapore: siamo in un altro mondo dove comunque è il vapore a muovere pachidermi meccanici (o, meglio, biomeccanici).
Dario sostiene che il genere di questi suoi racconti è più ascrivibile al genere steamfantasy ma io fatico a trovare un lato fantasy e così acconsentiamo entrambi per definirli steamhorror . "Tanto", aggiunge Dario, "la tassa sulle etichette non c'è.".
"Cardanica", "Robredo", "Chatarra" e "Afritania" sono quattro schegge di sabbia e
ruggine, olio e sangue, carne e metallo. Tratteggiano un mondo ammorbato e un'umanità
ridotta a essere semplicemente un ingranaggio della macchina: è pura claustrofobia se ci sei dentro e
malattia istantanea se stai fuori. Sono metallo e carne fusi: metallo che urla, carne che muore.
E l'isola di
Chatarra, il rugginoso cimitero delle macchine, è ovunque ma il metallo ti prenderà in
ogno caso.
L'immagine che vedete l'ho chiesta in prestito a Dario ed è opera di Franco Brambilla, copertinista di Urania. Questa ed altre immagini di Brambilla ispirate a MondoNove sono meglio assaporabili su questa pagina del sito di Tonani: La Robredo e il Cardanic in 3D.
I quattro racconti sono editi da 40k e li trovate comodamente in formato digitale (senza DRM) su Amazon o BookRepublic.
E Dario mi deve una birra. :D
Dario ti deve almeno una cena. Articolo ben scritto.
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