domenica 23 gennaio 2011

I Police ripassati di corsa

Seconda metà degli anni '70: è ufficiale il rock è morto (ma per quanto tempo dovrò ricorsivamente sentire questa cazzata?), è stato ucciso dal punk. 
E poi? E poi arriva la new wave, più contaminata di ogni altro genere precedente: sorge dal punk, il grande assassino del rock, dalla disco, dall'avanguardia e dal rock e i generi si confondono, sfumano. 

E poi nel '78 compare questo disco, "Outlandos d'amour", di questi tre tizi, i Police: non mi piace molto, sono ancora legato al prog e alla psichedelia, però suona diverso dal resto...



Destano molta attenzione, però il vero centro lo fanno l'anno successivo. E Reggatta de blanc, cazzarola, piace pure a me (sempre legato al vecchio rock) e pure tanto...



Non è facile dare seguito a un capolavoro (un po' la situazione di "In the Wake of Poseidon" dei King Crimson dopo "In the Court of the Crimson King", tanto per azzardare un parallelo): infatti Zenyatta Mondatta del 1980 appare quasi essere un disco minore ma prosegue e affina lo spirito dei due album precedenti (e, secondo me, e' pure molto più interessante dell'album di esordio).



E' del 1981 la decisa svolta di Ghost in the Machine, album più cupo e sintetico (nel senso dell'uso del synth e della maggior sintesi tra le varie personalita' del gruppo). Secondo me si tratta della strada che avrebbero potuto/dovuto esplorare in seguito.




Ma... 
Qualcosa si è rotto, l'armonia tra Copeland e Sting, ad esempio. E allora nel 1983 esce Synchronicity, il disco omega dei Police e il disco alfa di Sting, personalità ormai troppo ingombrante (e oggi ingombrante perfino per se' stesso). In pratica due mezzi dischi diversi ma, nonostante tutto, un bell'epitaffio per un gruppo che non è stato uguale a niente che sia venuto prima.



E non ci sono reunion che tengano: vanno ascoltati gli originali per goderseli veramente.

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